Ottobre è il mese in cui si onora la giornata internazionale del coming out, atto importantissimo per i membri della comunità LGBTQ+.
Con il coming out si racconta alle persone care della propria omosessualità, per la prima volta, ma non solo: molto spesso, costituisce il passo fondamentale di un’accettazione, di una matura comprensione di ciò che si è, al fine di non soffocare il proprio IO.
A sensibilizzare sull’accettazione della diversità di genere contribuiscono sempre più anche le soap opera, così come è accaduto negli ultimi anni anche in BEAUTIFUL.
Nel 2012, agli spettatori è stata rivelata la svolta sentimentale di Karen Spencer e anche della sua interprete, che proprio in seguito a questa trama, ha fatto il suo coming out ufficiale con il pubblico. Karen ha dunque presentato sua moglie Danielle a suo fratello Bill, rivelando che sono entrambe madri di Caroline Spencer jr.
Lo stesso anno, in America, Karla Mosley e la “sua” Maya arrivano a Beautifullandia, per stravolgere gli intrighi di villa Forrester con la rivelazione della sua transessualità. Con Maya è stato, così, possibile discutere di accettazione, di divulgazione di alcune tematiche della realtà transgender, oltre che di “maternità surrogata”.
L’introduzione di Maya ha permesso anche di dedicare spazio al tema della transfobia, inserendo nella trama una sfilata con protagoniste donne transessuali.
Non solo: per celebrare il matrimonio con Rick, Maya chiama un suo amico transgender, interpretato dall’attore Scott Turner. Sia le modelle sia Scott Turner appartengono alla realtà transgender, fortemente voluti dalla produzione al fine di lanciare un forte messaggio di libertà e rispetto di tutte le diversità.
Unica pecca di BEAUTIFUL è di non aver mai incluso nelle sue trame un personaggio gay, nonostante l’ambientazione in una casa di moda avrebbe potuto favorire l’introduzione di un personaggio queer, all’interno dell’albero genealogico della famiglia Forrester [e pensare che stavano quasi per riuscirci con la storia di Ridge avvistato al gaypride di Parigi!].
Le storia di Maya, Danielle, Karen dimostrano che, ancora una volta, le soap opera dimostrano di essere molto più che futili prodotti televisivo di intrattenimento, ricoprendo il ruolo di potenti strumenti di divulgazione di massa tramite cui veicolare il messaggio di una realtà libera da pregiudizi e in cui l’unica differenza che conta tra i personaggi è il numero di matrimoni che contano nel proprio curriculum.
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